TENDINITE O WHATSAPPITE?

ImmagineWhatsapp è un servizio di messaggistica istantanea gratuito usato ormai da tutti . Dal manager di una grande azienda allo studente liceale che spreca la maggior parte del sul tempo davanti allo schermo del cellulare. Una febbre da telefonino che ha ormai colpito tutti, costringendo a mettere da parte occasioni più significative come una passeggiata al parco o una cena tra amici. Qualunque nostra azione è ormai accompagnata dal telefono che quasi ipnotizzandoci con i suoi servizi ci impedisce di godere a pieno di quei momenti genuini e sani che costituivano anni fa la vita dei più grandi che ahimè sono vittime anche loro di quella trappola chiamata whatsapp.

Cos’è allora la whatsappite? La whatsappite è il nome non scientifico di una “patologia” che potrebbe colpire chi fa un uso smodato di questa applicazione ; quest’ultima infatti potrebbe creare seri problemi di salute come dolori e gonfiore alle articolazioni di braccia e mani. Un male che colpisce appunto chi si fa troppo “prendere la mano” da questo servizio di messaggistica.

Lesioni causate da un cosiddetto “sforzo ripetitivo” possono quindi costringere ragazzi e adulti a fronteggiare il medico che potrebbe diagnosticare loro una comune tendinite, quando in realtà si parla (non usando un linguaggio medico corretto) di whatsappite. Attenzione però, il problema non è whatsapp, che consente di scambiare messaggi in modo gratuito, bensì chi ne fa un uso troppo esagerato non tenendo quindi conto delle conseguenze.

Ragazzi quindi un consiglio : spegnete il cellulare in un qualsiasi momento della giornata e godetevi un panorama, mangiate un gelato, disegnate , scrivete , vedete un film o passate del tempo con la persona che amate , quello non potrà mai mandarvi dal dottore.

di Nicola Ruggiero (alunno della IV C, “amico” del PON Giornalismo”

I PON DEL VECCHI IN PILLOLE / SCIENZIATI ALL’OPERA!

 

I laboratori di scienze del Liceo Vecchi

I laboratori di scienze del Liceo Vecchi

La redazione del Circondario di Trani è riuscita a intervistare i ragazzi del PON di Scienze, che si tiene settimanalmente presso i laboratorio del Liceo Vecchi.

I protagonisti del PON di Scienze

I protagonisti del PON di Scienze

4 gruppi di ragazzi, per 30 ore vivono la scienza (quella che avevano appreso solo dai libri) sperimentalmente. Divertimento e dedizione, le parole d’ordine di un “esperimento” che porterà i ragazzi a realizzare alcuni power point.

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Marialaura intervista i protagonisti del PON

“La partecipazione-ci dichiara la docente- è assidua su un gruppo abbastanza numeroso, incuriositi riescono ad applicarsi decisamente meglio”.

Alla domanda “cosa proporreste per migliorare questo PON?” gli alunni, motivati, hanno risposto: “ aumenterei i momenti passati dietro il bancone da laboratorio per sperimentare di più e toccare con mano cosa vuol dire davvero SCIENZA”.

Che altro aggiungere?

Buon lavoro scienziati!

Simonetta Favuzzi – Marialaura Soldano

ATTORNO AL CASO DI GABRIELE RUSSO, CADUTO DA UNA NAVE DURANTE UN VIAGGIO D’ISTRUZIONE

Adolescenti: a che età si diventa maturi?

Gabriele Russo

Gabriele Russo

Talvolta l’imprudenza, l’immaturità o semplicemente l’ingenuità, caratteristiche dell’adolescente, possono rivelarsi fatali. Lo dimostra il caso di Gabriele Russo  analizzato durante le ore di “Pon di giornalismo” del liceo Vecchi.

Questa è la storia struggente  di uno studente quindicenne morto durante un viaggio di istruzione a Barcellona, cadendo da una nave.  Secondo le deposizioni della preside del liceo, nonché  docente accompagnatrice, si sarebbe trattato di una “bravata”:  con molta probabilità Gabriele Russo, non lucido, ha preso la rincorsa contro la ringhiera della nave, cadendo in acqua.Un tragico incidente, indubbiamente.

Dimostrazione di come le leggerezze possano stroncare l’esistenza di un adolescente, di un ragazzo ignaro che, in una semplice gita con la sua classe, avrebbe trovato la sua morte.

Eppure sarebbe stata sufficiente una maggiore responsabilità per salvare una vita umana. A Gabriele sarebbe bastata la consapevolezza di quanto fosse errato trovarsi al decimo piano del ponte della nave, di quanto fosse sbagliato alterare la propria lucidità con l’alcol ( o con qualcos’altro) per scampare alla morte.  Semplicemente la maturità avrebbe potuto salvarlo.

Non è l’unico esempio di quanto possa rivelarsi fatale l’incoscienza.  Quanti scherzi sfuggiti al controllo sono sfociati nella tragedia? I  deliri dell’alcool e i “paradisi artificiali” sono i primi errori che si commettono  durante l’adolescenza. E possono segnare il resto della vita.

Raggiungere la piena maturità è un processo esteso, in continua evoluzione, che termina ben oltre la fase della pubertà. E’ necessario, in ogni caso, imparare a distinguere e allontanare ciò che è dannoso già in questo primo periodo della vita, al fine di evitare tragiche conseguenze.

 Davide Mastrorillo

MA CHE ROMANTICO QUESTO PROF!

Oggi si interroga il prof.

Esperimento insolito, con un personaggio insolito, in un contesto solo apparentemente molto rituale. Volevamo un incontro inusuale, che apparisse stimolante, informale, casuale. Una esperienza che, pur vissuta tra i banchi di scuola, restasse nella testa di tutti almeno il tempo necessario per arrivare a fine PON con l’idea di aver fatto un buon investimento sulla propria formazione.

Nasce così, da un rimuginare vago di idee “alternative”,  la scelta di portare tra i banchi di scuola il prof. -cantautore Luca Loizzi. E di farlo interrogare (bontà sua), tra una canzone e l’altra, dagli alunni.

E’ giovane, tranese con la T (ha vissuto 10 anni di nostalgia e precariato milanese solo per poter tornare a sorridere in pugliese), ha inciso il suo album d’esordio con una bella etichetta locale (la Tarock Records, realtà da approfondire) e ha più di qualcosa da dire. Una gavetta di quasi 20 anni, uno studio serio del cantautorato intenrazionale (che porta avanti in maniera accademica con l’Università di Bari) e un’urgenza comunicativa ben incanalata, ne fanno un personaggio da non sottovalutare. E poi (punto a suo favore) è perfettamente in grado di far arrossire le mie studentesse quindicenni anche parlando di Socrate e Antoine Artaud.  Perfetto, insomma, per dar senso e memoria ad un assonnato giovedì di fine inverno.

Alle 15 del pomeriggio del 18 marzo, sorriso in volto e chitarra in spalle, eccolo lì, pronto per subire “l’intervista”.

Il ghiaccio non si rompe subito: i ragazzi (meravigliosi, anche perché amano il JAZZ) sono più impostati e severi dei prof. Ma è solo questione di tempo: tra uno scatto e una ripresa, una imboccata e un invito a tenere il tempo battendo le mani, scatta la magia che mi aspettavo. E’ fatta!

Fiumi di appunti dei rampanti giornalisti in erba ed eloquio romantico del “prof. con la chitarra in mano”, fanno volare alti i pensieri. In classe si viaggia su altre dimensioni, tra personaggi immaginari, pagine di libri da sfogliare, nostalgie di tempi mai vissuti e frontiere esotiche. Siamo in compagnia di  Piccoli Principi, miti greci e poeti francesi. Ed è molto divertente. Tutti si recita un ruolo (il prof-cantautore invero ne recita tre), ma senza copione. E’ un inedito teatro della vita che ti coglie “quando meno te lo aspetti”. O forse è “il suo doppio”.

Serena Ferrara – Esperto PON

Giovani menti al lavoro

20140313_151540Ogni martedì e giovedì per tre ore, alcuni ragazzi del liceo Valdemaro Vecchi di Trani si incontrano per il P.O.N. di giornalismo: le prime lezioni, teoriche, li hanno preparati per affrontare il resto del corso. Sull’onda di questo entusiasmo, nato per un lavoro così nobilitante, si sono cimentati nella ricostruzione di un processo, la scrittura di un articolo giudiziario secondo le regole imparate, un’intervista all’autrice Sara D’Amario e dulcis in fundo, la fondazione di questo blog.

I motivi per cui hanno deciso di intraprendere questo cammino che li porterà ad interiorizzare i fondamenti di questo mestiere sono vari: in primis, la voglia di intraprendere la carriera giornalistica da parte di alcuni, oppure l’amore per la scrittura, ma anche la voglia di acquisire nuove conoscenze sempre utili .

Ciò che li accomuna è la risolutezza e la voglia di aprirsi più sbocchi possibili nel grande mare del lavoro.

Marco D’Amore – Claudia Ancona